Il Partito democratico vuole cancellare il decreto Sicurezza di Matteo Salvini, Di Maio temporeggia e cerca una soluzione a livello europeo.
A poche ore dall’inizio dell’esperienza di governo e prima ancora di aver incassato il voto di fiducia delle Camere, dem e pentastellati devono fare i conti con le prime divisioni. La prima è quella legata alla concessione ad Autostrade, la seconda riguarda, come prevedibile, il tema dei migranti. Il Pd vuole cancellare il decreto Sicurezza (I e Bis) di Matteo Salvini procedendo magari con la formulazione di una nuova legge. Il MoVimento non vuole rischiare su un tema così delicato, sulla quale ha fondato parte del suo consenso. Brillando di luce riflessa. Quella di Salvini.
Migranti, lo scontro tra Di Maio e Zingaretti
Già nel corso delle trattative per la formulazione del programma di governo Zingaretti e Di Maio si erano scontrati sui decreti Sicurezza. Il Segretario del Partito democratico ha detto e ribadito di voler superare e cancellare i provvedimenti di natura leghista in materia. Il primo passo è quello di assecondare le richieste di Mattarella, il secondo è quello di andare a smussare gli angoli di una legge che in casa dem è vista come intollerabile e vergogonosa.
Il Pd vuole cancellare il decreto Sicurezza
Se Conte aveva aperto a una modifica dei decreti, Di Maio aveva alzato l’asticella facendo sapere, a poche ore dalla formazione del governo, di non voler parlare della modifica dei decreti in questione. Il leader pentastellato ha imparato sulla sua pelle (e su quella di Trenta e Toninelli, esclusi da nuovo governo), che la gestione di questo fascicolo può portare o far perdere migliaia di voti. La strategia del nuovo ministro degli Esteri è quella di limitare le modifiche ai testi in attesa di riuscire a risolvere il problema a livello europeo.
La strategia di Conte e Di Maio
Il Presidente del Consiglio sembra allineato. Si temporeggia con il Pd e si tratta con i governi europei. La strada però potrebbe essere lunga e proprio per questo motivo il premier sta spostando l’attenzione dei suoi ministri su fascicoli più prettamente tecnici, meno politici e ideologici, nella speranza di riuscire a muovere la macchina e oliare gli ingranaggi. Che già cigolano…